CUBA

CUBA

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CUBA 

Vegetativo, modesto e parziale,

Pieno di racconti a buon mercato e per nulla cordiale,

Leccato, morboso, morto

E subliminale,

Deglutizione secca e contenta,

Come un animale.

 

Come mi vedete egli mi giudica,

Mentre mi giudichi, fine,

Cercando di andare lontano,

Ma paura di sognare.

 

Pugnale in mano,

E nell’altra mano fatale,

Gli occhi, le dita, le mie dita, il sale.

Che scaturisce dalle sue guance,

Muore senza germinare.

 

Con tutti ma niente,

Con rose rosso lime,

Poiché non sono bianchi o buoni,

Perché sono segni di fiori d’arancio. 

 

Sapendo molto a quanto pare.

Sembra che stia andando molto male.

Bene, non genera sfumature,

Perché fa male pensare.

 

Che brutto, che brutto tutto,

Non è mai stato bello, totale,

Perché la patria è arida.

Bandiera e piedistallo.

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